La Fiaba, la Natura, la Matria

Del carattere a suo modo rivoluzionario delle fiabe dei Grimm, della loro politicità emancipativa, si era accorto già Antonio Gramsci, uno dei primi traduttori italiani dei due fratelli. Il libro di Laura Marchetti, la cui intenzionalità teorico-politica emerge fin dal titolo, La Fiaba, la Natura, la Matria, possiede un respiro culturale ampio e insolito, e ha il merito di gettare uno sguardo inusuale sulle leggendarie figure dei due narratori che hanno affascinato numerose generazioni di bambini. La fiaba è veicolo di un messaggio egualitario, tanto più potente in quanto affidato all’immaginario, al fondo oscuro della nostra originaria sensibilità di esseri viventi, indissolubilmente legati a tutte le forme di vita. Nel suo universo fantastico tutte le creature si ritrovano uguali, parlano gli animali, ma anche le piante, le pietre, il fuoco, l’acqua, e tutte egualmente soffrono, gioiscono, piangono. Nell’eversivo universo della narrazione favolistica le rigide strutture del potere vengono facilmente rovesciate dalla potenza magica della fantasia, dal desiderio popolare di emancipazione, che è alla base, è la fonte poetica del capovolgimento ricorrente dell’ordine reale. Un ordine che non si ha la forza materiale di cambiare, ma contro cui la fantasia popolare progetta e innalza altri mondi possibili.

L’AUTRICE

LAURA MARCHETTI insegna Didattica delle culture nel Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Foggia. È autrice, fra l’altro, di Il Fanciullo e L’Angelo. Metafore della redenzione, Sellerio, Palermo 1996, Il pensiero all’aria aperta, Palomar 2003; L’occhio e lo specchio, Palomar 2005; Ecologia politica, Ed.Punto Rosso 2007; La luce della notte, Palomar 2011; Alfabeti ecologici, Progedit 2012. Ha collaborato ai volumi collettivi La madre, il gioco, la terra, Laterza 1992; Semiotica n.136, Berlin-New York 2001; A che serve la storia? I saperi umanistici della modernità, Donzelli 2010; Senso e forme della comunità oggi, Ghibili 2010; L’irriducibile complessità dell’infanzia, Pensa Multimedia 2011. Ha diretto per la Palomar, la collana di scienze umane “Discese”, e ha scritto numerosi saggi per la Rivista di Filosofia “Paradigmi”. Engagé pacifista ed ecologista, è stata uno dei “Sette Saggi” che hanno redatto il Programma Nazionale dell’Ulivo nel 1994 e nel 2006 è stata Sottosegretario all’Ambiente nel Governo Prodi.

collana: opuscula

Bach. Pedagogia della Bildung musicale

Questo libro affronta, da una prospettiva pedagogica e musicologica, la figura di Johann Sebastian Bach attraversando la grandezza delle sue composizioni musicali, universalmente riconosciute quale parte inestimabile del patrimonio culturale dell’Occidente. Nell’indagare il rapporto tra Pedagogia e Musica, Francesca Marcone mette a tema le tre categorie fondamentali di formazione umana, educazione e istruzione culturale, ponendole in riferimento sia al compositore tedesco sia all’interprete delle sue opere barocche. Ciò fino a interrogarsi circa il significato di una “Pedagogia della musikalische Bildung”. Nonché chiedendosi se esista una relazione pedagogica tra l’ordo musicae – che dall’opera bachiana emerge – e l’ordo vitae – che dell’essere umano coinvolge tanto l’essenza quanto l’esistenza –.

FRANCESCA MARCONE è Ricercatore in Pedagogia Generale e Sociale presso l’Università degli Studi di Genova. Ha pubblicato il volume Saggio sull’Armonia. Tra musica, letteratura e formazione umana (Anicia, Roma, 2022). È membro della Direzione del “Centro Studi Pedagogici Don Lorenzo Milani”, di Genova.

Trattato di pedagogia clinica

Questo Trattato di Pedagogia Clinica porta a compimento oltre quindici anni di studi nel settore della Pedagogia Clinica, còlta nei suoi rapporti strutturali con la Pedagogia Generale: la scienza della formazione, dell’educazione e dell’istruzione (culturale) dell’essere umano. Dal 2008, anno in cui Giancarla Sola pubblica il volume intitolato Introduzione alla Pedagogia Clinica (Il Melangolo, Genova), gli studi nell’àmbito della Pedagogia Generale e della Pedagogia Clinica hanno avuto ulteriori sviluppi, consentendo di definire quest’ultima quale Scienza Pedagogica specifica avente tre oggetti di studio: la deformazione, la diseducazione e la deistruzione dell’essere umano. In poco meno di un ventennio sono venute delineandosi non solo più dettagliate interpretazioni della Pedagogia Generale e della Pedagogia Clinica, ma anche più articolate cognizioni delle Scienze Mediche. Proponendo alcuni possibili punti di convergenza che uniscono il discorso pedagogico-clinico al discorso medico-sanitario, il presente Trattato struttura i fondamenti scientifici, epistemologici e operativi della Pedagogia Clinica, tracciando anche le linee della professionalità e della professione del Pedagogista Clinico.

AUTORE

Giancarla Sola è Professore Ordinario di Pedagogia Generale presso l’Università degli Studi di Genova, dove insegna anche Pedagogia Clinica e Filosofia della Formazione Umana.

 

collana: filosofia della formazione

 

La gioia del surf

«Uno sport regale per i re naturali della terra: ecco che cos’è il surf. L’erba cresce fino all’acqua e per cinquanta piedi nella bassa marea, sulla spiaggia di Waikiki. Anche gli alberi crescono fino al bordo salato delle cose, e puoi sederti all’ombra e osservare, guardando verso il mare, un’onda maestosa che tuona sulla spiaggia fino a lambirti i piedi. Mezzo miglio al largo, dove si trova la barriera corallina, cavalloni con creste bianche si levano improvvisamente verso il cielo, fuori dal placido turchese-blu, per poi ricadervi e raggiungere la riva. Si susseguono, uno dopo l’altro: sono lunghi un miglio, creste spumeggianti, bianchi battaglioni dell’infinito esercito del mare ».

NOTA SULL’AUTORE

JACK LONDON (San Francisco, 1876 – Glen Ellen, 1916) è una delle voci più importanti della letteratura americana. Nel maggio del 1907 arriva a Honolulu, Hawaii, insieme alla seconda moglie Charmian Kittredge a bordo dello Snark. Qui grazie all’incontro con Alexander Hume Ford scopre l’arte del surf.

Filosofia di Barbie

È il 9 Marzo del 1959: nei negozi di giocattoli statunitensi, arriva una nuova bambola ideata da Ruth Marianna Handler, cofondatrice della nota azienda Mattel, con l’intento di fornire alle bambine di tutto il mondo una bambola che rappresentasse donne adulte, emancipate e di successo che potessero avere tutto, fare tutto, essere tutto. Da allora Barbie è diventata il simbolo dell’infanzia di molte generazioni di donne, trasformandosi però, in breve tempo, soprattutto in un simbolo di perfezione estetica e rappresentando una delle tante gabbie in cui le donne sono costrette.

Il film Barbie del 2023 scritto e diretto da Greta Gerwig parte da qui per andare oltre, verso una vera e propria filosofia femminista di Barbie che distrugge le vecchie rappresentazioni, i vecchi stereotipi, le vecchie gabbie in cui sono state costrette le donne. Barbie viene così liberata o meglio si libera da sola, diventando una vera e propria filosofia incarnata della liberazione femminile. Il corpo di Barbie, esattamente come quello delle donne, è un fascio di contraddizioni su cui si costruisce la loro soggettività, una costruzione faticosa che deve passare dalla scoperta consapevole dei propri desideri e volontà.

La filosofia di Barbie mette in dialogo la riflessione filosofica sulla corporeità con la tradizione femminista per recuperare tutti i riferimenti teorici che si nascondono dietro al lavoro che Gerwig fa sulle donne e i loro corpi. Il messaggio è rivolto a tutte e a tutti: ciò che dobbiamo fare è imparare a “scegliere di essere”, autonomamente e oltre il ruolo che la società ci costruisce.

 

 

SILVIA GRASSO (Messina 1990) è autrice e filosofa femminista. Attualmente si occupa di Storia e Filosofia dei femminismi, filosofia della narrazione e dialogo tra filosofia e letteratura. Insieme a Carolina Capria è ideatrice, autrice e voce del podcast originale Storytel   “Le parole di Lila e Lenù”, una guida alla lettura attraverso sei parole chiave dell’opera più famosa di Elena Ferrante. Dal 2019 fa parte del “Tavolo delle ragazze” progetto collettivo a cura di Giusi Marchetta che si occupa di introdurre ragazze e ragazzi ai temi e alle riflessioni femministe. Tra le sue ultime pubblicazioni: Diritti a rischio: L’aborto in Tutte le ragazze avanti (a cura di Giusi Marchetta) ADD editore.

 

Introduzione a Giorgio Agamben

Giorgio Agamben ha trasformato e ridefinito i parametri della filosofia politica e del discorso
critico contemporanei, introducendo un nuovo vocabolario e una nuova concettualità. La sua
opera abbraccia campi diversi come l’estetica, la religione, la politica, la giurisprudenza e
l’etica, con un’erudizione che ha pochi pari e con una cura filologica minuziosa, per proporre
un ripensamento delle categorie dell’ontologia, della filosofia, dell’etica e della politica
occidentali.
In questa nuova e aumentata edizione Carlo Salzani e Ermanno Castanò forniscono una guida
chiara e puntuale alla filosofia di Agamben, dagli inizi fino alle più recenti pubblicazioni,
analizzandone le opere, esponendo le influenze sul suo pensiero e delineando le questioni
chiave che informano la sua opera.

 

AUTORI

Carlo Salzani è ricercatore nel dipartimento di filosofia dell’università di Innsbruck,
Gastforscher presso il Messerli Forschungsinstitut di Vienna, e membro del Paris Institute for
Critical Thinking. Le sue ultime pubblicazioni includono “Agamben and the Animal” (2022) e, di
prossima uscita, il volume collettaneo “The Biopolitical Animal” (con Felice Cimatti, 2024).

Ermanno Castanò è dottore di ricerca, insegna filosofia al liceo e collabora con il Laboratorio
di archeologia filosofica. Ha curato i volumi di Kevin Attell, “Gatti e zecche. Agamben e Derrida
sull’animale” (2022) e di Jacques Derrida, “Marx & Sons. Politica, spettralità, decostruzione”
(2008, con altri). È autore di “Agamben e l’animale. La politica dalla norma all’eccezione” (2018)
e di “Ecologia e potere. Un saggio su Murray Bookchin” (2011).

 

Filosofia di Fabrizio de André

Fabrizio De André non ha una sua filosofia, è filosofia. Con questo presupposto il libro apre un inedito viaggio dentro il mondo del cantautore genovese, le cui opere fanno inevitabilmente sorgere domande sul senso delle cose fondamentali, sulle relazioni più importanti, sulla nostra stessa esistenza più di qualsiasi polveroso trattato di metafisica. Sono domande drammatiche e filosofiche allo stesso tempo, domande che ci risucchiano e ci mettono a nudo. Le sue canzoni, così rilette, diventano lo specchio che ci fornisce chiavi simboliche da interpretare, miti e modelli da pensare, personaggi unici che divengono matrici culturali e fonte di conoscenza per tutti noi. Questo libro vuol restituire la ricchezza di questi cammini: dall’antropologia del mondo marginale, in perenne lotta contro il potere, alla mitografia di una nuova cultura, leggera, pluricentrica, complessa, compassionevole. Una lettura, questa, che non è biografica, storica, politica, sociologica, letteraria, filologica: è filosofica. La filosofia di Fabrizio De André.

NOTA SULL’AUTORE

SIMONE ZACCHINI è professore di storia della filosofia ed estetica presso l’università degli studi di Siena. Esperto del pensiero di Nietzsche, ha dedicato molte pubblicazioni alla musica, all’estetica e alle composizioni musicali del filosofo tedesco. È inoltre membro del Centro Studi Fabrizio De André dell’Università di Siena.