Fenomenologia empirica
Mente Materia Dio (Mens Hyle Deus)
“Se dunque il mondo è Dio stesso, senza che sia percepibile dai sensi, come hanno detto Platone, Zenone, Socrate e molti altri, allora la materia del mondo è Dio stesso, e la forma che avviene alla materia non è altro che Dio che rende sensibile se stesso” (David di Dinant)
Il pensiero di David di Dinant ha senso solo se viene inteso come un esperimento. In quanto tale, come esperimento, esso può avere una utilità non solo filosofica, ma anche semplicemente igienica, quotidiana, rispetto alla maggior parte delle concezioni correnti. Questo testo permette, a chi lo legge, di respirare diversamente, in una regione meno ingombra, meno definita di quella che normalmente abitiamo. Uno spazio, insieme, più elementare e più ricco, più essenziale e più fecondo.
DAVID DI DINANT è vissuto in Francia tra il XII e il XIII secolo. I suoi scritti furono condannati nel 1210. Il frammento Mens Hyle Deus, in cui viene formulato il suo pensiero panteistico, è stato ritrovato nel secolo scorso e viene pubblicato qui per la prima volta autonomamente.
EMANUELE DATTILO è nato a Roma nel 1985. Ha pubblicato per Neri Pozza Il dio sensibile (2021) e La vita che vive (2022).
La filosofia di Fantozzi
Tutti conoscono Fantozzi, il goffo, servile e sfortunatissimo ragioniere interpretato al cinema da Paolo Villaggio e ritrasmesso ripetutamente in televisione, ancora oggi, per la gioia dei bambini e soprattutto degli ex bambini che con quei film ci sono cresciuti, ridendo a crepapelle. Ma la comicità o tragicomicità iperbolica di Fantozzi non è fine a se stessa, cela una precisa visione del mondo sottoforma di critica della società italiana degli anni Settanta Ottanta e Novanta – e della nostra, che di essa è figlia – e dei suoi valori (consumo, omologazione, potere). Esiste dunque una filosofia di Fantozzi come messa in discussione dell’esistente e ricerca disinteressata della verità, di cui Villaggio è lucido artefice. Ripercorrendo gli episodi più iconici della saga fantozziana, senza dimenticare il Fantozzi letterario
dal quale prende vita quello cinematografico, e con l’aiuto dello stesso Villaggio che ha disseminato il suo pensiero fra libri articoli e interviste, questo libro racconta la filosofia di Fantozzi, le sue rivelazioni, ambizioni, contraddizioni e profezie.
STEFANO SCRIMA è filosofo e studioso di pop culture. Ha scritto per Castelvecchi: Digito dunque siamo (2019) e Socrate su Facebook (2018); per Arcana: L’arte di sfasciare le chitarre (2021); per
Stampa Alternativa: L’arte di soffrire (2018) e Nauseati (2016); per Ortica: Sette vite non bastano (2022) e Vani tentativi di vendere l’anima al diavolo (2020); per Colonnese: L’arte di disobbedire raccontata dal diavolo (2020). Con Il Melangolo ha pubblicato: Filosofi all’Inferno (2019) e Il filosofo pigro (2017).
Come insultavano gli antichi. Dire le parolacce in greco e in latino
L’insulto può essere considerato un vero e proprio genere, praticato fin dall’antichità. Questa piccola raccolta, realizzata saccheggiando i più grandi autori greci e latini, dimostrerà al lettore di oggi come anche le ingiurie e le espressioni oscene rientrino a pieno titolo nella nostra tradizione letteraria.
NELEO DI SCEPSI
Gloria di Dio e gloria degli uomini nelle tradizioni cristiane
“Fu vera gloria?”, si chiede Alessandro Manzoni a proposito della vita di Napoleone, pur sapendo che Dio “volle in lui / Del creator suo spirito / Più vasta orma stampar”. Quali sono i criteri che consentono di riconoscere la vera gloria? Qual è la gloria che a essa si contrappone? In costante confronto con i più vari contesti culturali, l’ebraismo e il cristianesimo hanno elaborato una rappresentazione della gloria, a un tempo divina e umana, che ha profondamente segnato nella sua singolarità e nelle sue interne tensioni la storia europea, nell’arte e nella letteratura non meno che nella riflessione filosofica, nel governo della città e di sé o nell’esperienza mistica. Di alcuni momenti maggiori di questa lunga vicenda i saggi raccolti nel volume offrono dei preziosi approfondimenti.
Introduzione a Gramsci
Il volume di Giuseppe Cospito è un introduzione a Gramsci come filosofo, che tiene conto della grande fortuna internazionale che il pensiero gramsciano sta incontrando in questi anni. Attraverso un’ampia disamina dei concetti fondamentali dei “Quaderni del carcere”, visti nella loro evoluzione anche in relazione alla vicenda storica degli anni Trenta, vengono indagate categorie quali: filosofia della prassi, struttura-sovrastruttura, egemonia, società civile, intellettuali, società regolata, americanismo e fordismo, soggetto-oggetto, nazionale-popolare. Il volume si conclude con una sintetica ricostruzione delle principali vicende interpretative del pensiero di Gramsci, con particolare attenzione agli anni più recenti, dalla nuova filologia gramsciana all’Edizione nazionale degli scritti, e una sintesi delle polemiche su conversioni, abiure, quaderni mancanti.
GIUSEPPE COSPITO insegna Storia della filosofia moderna presso l’Università degli Studi di Pavia. E’ autore, tra gli altri, de Il ritmo del pensiero. Per una lettura dei “Quaderni del carcere” di Gramsci, Napoli, Bibliopolis, 2011, Egemonia. Da Omero ai Gender Studies, Bologna, il mulino, 2021. Per i tipo del melangolo ha curato Carl Schmitt, Macchiavelli, 2014.
Pues no soy mujer. The Upheaval of Singularity in Sor Juana Inés de la Cruz
As the several examples analyzed in this text suggest, sor Juana problematizes the age-old question of identity from within. This causes not only a disintegration of the structure of identity and of the process of identification, but also a breakup of the very structuralist ground upon which they stand. Presenting a subject that is semiotic, unplaceable, and untranslatable, and that functions along with a sex that is, in its turn, singular and excessive, entails a profound reshaping of identity politics beyond the sphere of the metaphysic of presence. Sor Juana interestingly configures a non-binary and fluid position for her subjectivity that even today can enter into a powerful dialogue with contemporary feminist theory.
VALERIA STABILE earned her Ph.D. degree in Language and Hispano-American Literatures and Gender Studies from the University of Bologna and the Utrecht University. She is active as researcher in the field of literature, gender studies, feminist theory, and linguistics. Her interests are focused on Spanish and Hispano-American Literatures and in particular on sor Juana Inés de la Cruz’s corpus.