Trattato di pedagogia clinica
La gioia del surf
«Uno sport regale per i re naturali della terra: ecco che cos’è il surf. L’erba cresce fino all’acqua e per cinquanta piedi nella bassa marea, sulla spiaggia di Waikiki. Anche gli alberi crescono fino al bordo salato delle cose, e puoi sederti all’ombra e osservare, guardando verso il mare, un’onda maestosa che tuona sulla spiaggia fino a lambirti i piedi. Mezzo miglio al largo, dove si trova la barriera corallina, cavalloni con creste bianche si levano improvvisamente verso il cielo, fuori dal placido turchese-blu, per poi ricadervi e raggiungere la riva. Si susseguono, uno dopo l’altro: sono lunghi un miglio, creste spumeggianti, bianchi battaglioni dell’infinito esercito del mare ».
NOTA SULL’AUTORE
JACK LONDON (San Francisco, 1876 – Glen Ellen, 1916) è una delle voci più importanti della letteratura americana. Nel maggio del 1907 arriva a Honolulu, Hawaii, insieme alla seconda moglie Charmian Kittredge a bordo dello Snark. Qui grazie all’incontro con Alexander Hume Ford scopre l’arte del surf.
Filosofia di Barbie
È il 9 Marzo del 1959: nei negozi di giocattoli statunitensi, arriva una nuova bambola ideata da Ruth Marianna Handler, cofondatrice della nota azienda Mattel, con l’intento di fornire alle bambine di tutto il mondo una bambola che rappresentasse donne adulte, emancipate e di successo che potessero avere tutto, fare tutto, essere tutto. Da allora Barbie è diventata il simbolo dell’infanzia di molte generazioni di donne, trasformandosi però, in breve tempo, soprattutto in un simbolo di perfezione estetica e rappresentando una delle tante gabbie in cui le donne sono costrette.
Il film Barbie del 2023 scritto e diretto da Greta Gerwig parte da qui per andare oltre, verso una vera e propria filosofia femminista di Barbie che distrugge le vecchie rappresentazioni, i vecchi stereotipi, le vecchie gabbie in cui sono state costrette le donne. Barbie viene così liberata o meglio si libera da sola, diventando una vera e propria filosofia incarnata della liberazione femminile. Il corpo di Barbie, esattamente come quello delle donne, è un fascio di contraddizioni su cui si costruisce la loro soggettività, una costruzione faticosa che deve passare dalla scoperta consapevole dei propri desideri e volontà.
La filosofia di Barbie mette in dialogo la riflessione filosofica sulla corporeità con la tradizione femminista per recuperare tutti i riferimenti teorici che si nascondono dietro al lavoro che Gerwig fa sulle donne e i loro corpi. Il messaggio è rivolto a tutte e a tutti: ciò che dobbiamo fare è imparare a “scegliere di essere”, autonomamente e oltre il ruolo che la società ci costruisce.
SILVIA GRASSO (Messina 1990) è autrice e filosofa femminista. Attualmente si occupa di Storia e Filosofia dei femminismi, filosofia della narrazione e dialogo tra filosofia e letteratura. Insieme a Carolina Capria è ideatrice, autrice e voce del podcast originale Storytel “Le parole di Lila e Lenù”, una guida alla lettura attraverso sei parole chiave dell’opera più famosa di Elena Ferrante. Dal 2019 fa parte del “Tavolo delle ragazze” progetto collettivo a cura di Giusi Marchetta che si occupa di introdurre ragazze e ragazzi ai temi e alle riflessioni femministe. Tra le sue ultime pubblicazioni: Diritti a rischio: L’aborto in Tutte le ragazze avanti (a cura di Giusi Marchetta) ADD editore.
Introduzione a Giorgio Agamben
Giorgio Agamben ha trasformato e ridefinito i parametri della filosofia politica e del discorso
critico contemporanei, introducendo un nuovo vocabolario e una nuova concettualità. La sua
opera abbraccia campi diversi come l’estetica, la religione, la politica, la giurisprudenza e
l’etica, con un’erudizione che ha pochi pari e con una cura filologica minuziosa, per proporre
un ripensamento delle categorie dell’ontologia, della filosofia, dell’etica e della politica
occidentali.
In questa nuova e aumentata edizione Carlo Salzani e Ermanno Castanò forniscono una guida
chiara e puntuale alla filosofia di Agamben, dagli inizi fino alle più recenti pubblicazioni,
analizzandone le opere, esponendo le influenze sul suo pensiero e delineando le questioni
chiave che informano la sua opera.
AUTORI
Carlo Salzani è ricercatore nel dipartimento di filosofia dell’università di Innsbruck,
Gastforscher presso il Messerli Forschungsinstitut di Vienna, e membro del Paris Institute for
Critical Thinking. Le sue ultime pubblicazioni includono “Agamben and the Animal” (2022) e, di
prossima uscita, il volume collettaneo “The Biopolitical Animal” (con Felice Cimatti, 2024).
Ermanno Castanò è dottore di ricerca, insegna filosofia al liceo e collabora con il Laboratorio
di archeologia filosofica. Ha curato i volumi di Kevin Attell, “Gatti e zecche. Agamben e Derrida
sull’animale” (2022) e di Jacques Derrida, “Marx & Sons. Politica, spettralità, decostruzione”
(2008, con altri). È autore di “Agamben e l’animale. La politica dalla norma all’eccezione” (2018)
e di “Ecologia e potere. Un saggio su Murray Bookchin” (2011).
Filosofia di Fabrizio de André
Fabrizio De André non ha una sua filosofia, è filosofia. Con questo presupposto il libro apre un inedito viaggio dentro il mondo del cantautore genovese, le cui opere fanno inevitabilmente sorgere domande sul senso delle cose fondamentali, sulle relazioni più importanti, sulla nostra stessa esistenza più di qualsiasi polveroso trattato di metafisica. Sono domande drammatiche e filosofiche allo stesso tempo, domande che ci risucchiano e ci mettono a nudo. Le sue canzoni, così rilette, diventano lo specchio che ci fornisce chiavi simboliche da interpretare, miti e modelli da pensare, personaggi unici che divengono matrici culturali e fonte di conoscenza per tutti noi. Questo libro vuol restituire la ricchezza di questi cammini: dall’antropologia del mondo marginale, in perenne lotta contro il potere, alla mitografia di una nuova cultura, leggera, pluricentrica, complessa, compassionevole. Una lettura, questa, che non è biografica, storica, politica, sociologica, letteraria, filologica: è filosofica. La filosofia di Fabrizio De André.
NOTA SULL’AUTORE
SIMONE ZACCHINI è professore di storia della filosofia ed estetica presso l’università degli studi di Siena. Esperto del pensiero di Nietzsche, ha dedicato molte pubblicazioni alla musica, all’estetica e alle composizioni musicali del filosofo tedesco. È inoltre membro del Centro Studi Fabrizio De André dell’Università di Siena.
La scena assoluta
Robert Louis Stevenson, che era un grande critico oltre che un geniale narratore, chiamava “scene assolute” quelle che leggendo un libro si fissano per sempre nella mente del lettore. “Soddisfano”, diceva, “in un sol colpo tutte le nostre capacità di piacere e di partecipazione, le adottiamo subito dentro di noi, e niente e nessuno potrà in seguito cancellarne o attutirne l’effetto”. E’ la “forza plastica” della letteratura che traduce concetti ed emozioni in atti concreti. Come la letteratura, anche il grande cinema è ricco di scene assolute
Il volume, curato da Ernesto Franco, raccoglie dieci scene assolute cinematografiche (da La donne che visse due volte a Un dollaro d’onore, da Ladri di biciclette a Il mucchio selvaggio) scritte da dieci grandi scrittori italiani: BAJANI, BARICCO, COTRONEO, DE SILVA, LUCARELLI, MAZZUCCO, MURGIA, PICCOLO, STARNONE, VINCI.
Storia della filosofia digitale. Profeti e battaglie nella rete
“Bob, come un pifferaio magico, con una sinfonia di sferragliare infernale, radunava attorno a sé gruppi di giovani ai quali propinava mirabolanti lezioni di informatica e buona musica nei piano-bar della zona. La combriccola crebbe a tal punto che decise di pubblicare le cronache di questo singolare movimento di appassionati utopici della rivoluzione digitale: fu così che diedero vita al giornale People’s Computer Company. Il nome era stato scelto in onore della Big Brother and the Holding Company, gruppo musicale dell’icona di Woodstock Janis Joplin. L’incipit del primo numero esprimeva a pieno quest’anima ribelle: ‘I computer vengono prevalentemente usati contro il popolo e non per il popolo. Sono utilizzati per controllare il popolo invece che per liberarlo. È il momento di cambiare tutto ciò. Quello che ci serve è una… People’s Computer Company’”.
Un viaggio narrativo che ripercorre i pensieri, le storie, i personaggi e le battaglie che hanno popolato lo scenario del nuovo mondo digitale, tra Hakers, Robot, Big Data, Social Network e AI.
Elena Putti è dottore di ricerca in Digital Humanities è docente universitaria a contratto.