Nietzsche l’Iperboreo. Dal Superuomo a Elon Musk

Cosa c’entra Elon Musk con Friedrich Nietzsche? Ma più in generale: quali legami sottili, misteriosi e inauditi accomunano il pensatore più suggestivo, controverso e terribile della storia filosofica con il movimento tecnocratico che oggigiorno ha preso le redini del mondo e dell’umanità? Questo libro si pone l’obiettivo di rispondere a tali domande e, con l’occasione, ripercorrere oltre duemila anni di storia del pensiero occidentale, mettendo in evidenza come il grande filosofo del Superuomo ha rappresentato un tornante della vicenda umana. Tornante di cui molti non si sono accorti mentre altri lo hanno rimosso volutamente. Invece è necessario comprenderlo e attraversarlo se si vuole evitare che, dopo la morte di Dio, avvenga anche quella dell’umanità come l’abbiamo conosciuta fino ad oggi.   Paolo Ercolani (Roma, 1972) è docente dell’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici di Napoli. Conferenziere nei più prestigiosi festival nazionali, i suoi interventi pubblici sono ospitati sulle pagine culturali del Corriere della sera, su il Fatto Quotidiano e su MicroMega. I suoi libri e articoli scientifici sono stati pubblicati in inglese, tedesco, spagnolo e portoghese, oltre che in italiano. È tra i fondatori e membro del comitato scientifico dell’Associazione internazionale «Filosofia in Movimento» (www.filosofiainmovimento.it) nonché autore costante per «Rai Scuola», «Rai Filosofia» e «Rai Cultura». È condirettore scientifico del Festival Internazionale di Filosofia di Ischia e Napoli. Fra i suoi ultimi lavori, tutti ampiamente recensiti e che hanno suscitato un vivo dibattito a livello nazionale e internazionale: «La Storia infinita. Marx, il liberalismo e la maledizione di Nietzsche», presentazione di Luciano Canfora (Napoli 2011); «L’ultimo Dio. Internet, il mercato e la religione stanno costruendo una società post-umana», prefazione di Umberto Galimberti, (Bari 2012); «The West Removed. Economics, Democracy, Freedom: A Counter-History of Our Civilization», prefazione di Santiago Zabala (London – New York 2016); «Contro le donne. Storia e critica del più antico pregiudizio» (Venezia 2016, vincitore del Premio Nazionale Com&Te); «Figli di un Io minore. Dalla società aperta alla società ottusa», con la prefazione di Luciano Canfora (Venezia 2019). Il suo ultimo libro è «Nietzsche l’iperboreo. Il profeta della morte dell’uomo nell’epoca dell’Intelligenza artificiale» (Genova 2022), definito «geniale» da Sossio Giametta sul «Domenicale» de Il Sole 24 Ore (in un articolo che è diventato la prefazione di questo libro), e di cui questa rappresenta una nuova edizione ampliata e rimaneggiata.

Necessità e Bene. Intorno al pensiero di Simone Weil

Tra il 1909 e il 1943 si dispiega l’intensa parabola esistenziale di Simone Weil, la pensatrice che continua a essere percepita e accolta come una figura unica, enigmatica, affascinante, inclassificabile. Rivoluzionaria, sindacalista, filosofa, mistica, condusse un’esistenza fatta di azione ma anche di studio e di scrittura febbrili. In vita pubblicò pochi articoli ed era nota soltanto a una ristretta cerchia di amici, ma dopo la morte fu celebrata da eminenti intellettuali come Albert Camus e T.S. Eliot che la considerarono il più grande spirito del Novecento.

Questo libro, strutturato in due parti, si concentra su uno specifico e rilevante nucleo tematico della filosofia di Simone Weil: il rapporto tra necessità e bene. Gli scritti riuniti nella prima parte lo esaminano da diverse angolazioni in stretta connessione con altre nozioni fondamentali della riflessione weiliana, mentre nella seconda sezione si approfondisce il dialogo intellettuale con gli autori da lei letti, meditati e criticati con maggiore intensità, o con le autrici che riflettono delle affinità di pensiero.

Attraverso l’indagine accurata sul frammentario, asistematico, ma densissimo lascito filosofico-letterario weiliano che viene condotta da prospettive diverse, questa raccolta di saggi si propone dunque di metterne in luce la complessità e al contempo la capacità di rispondere ai più profondi bisogni dell’umano, che è il tratto essenziale del suo pensiero. Un’eredità che, in ogni tempo e luogo, può orientare e aiutarci a migliorare le nostre relazioni con noi stessi, con gli altri e con Dio.

 

 

Isabella Adinolfi insegna Filosofia della storia, Antropologia filosofica e Storia del pensiero etico-religioso all’Università Ca’ Foscari di Venezia. Le sue ricerche vertono sul rapporto tra etica e religione, con particolare attenzione a pensatori e pensatrici come Kierkegaard, Pascal, Hillesum, Weil, Arendt, Tolstoj e Dostoevskij.

Collabora con istituzioni e centri di ricerca in Italia e all’estero – tra cui la Società Italiana per gli Studi Kierkegaardiani (S.I.S.K.), il Centro Studi sui Diritti Umani (CESTUDIR) e l’Etty Hillesum Research Centre dell’Università di Gent (EHOC). È membro della European Academy of Religion (EuARe).

Per i tipi della casa editrice il melangolo sono usciti alcuni dei suoi lavori più significativi: Le ragioni della virtù (2008); Etty Hillesum. La fortezza inespugnabile (2011); Studi sull’interpretazione kierkegaardiana del cristianesimo (2012); Il segreto di Abramo. Una lettura mistica di Timore e tremore (2018); Il paradiso sulla terra. La religione di Dostoevskij e Tolstoj (2024). In collaborazione con altri autori e autrici, ha curato per la stessa casa editrice: “Io nel pensier mi fingo”. Seminario leopardiano a quattro voci (2016); L’anti-Babele. Sulla mistica degli antichi e dei moderni (2017); Preghiera di donne (2021); La natura nel pensiero femminile del Novecento (2023).

Filosofia della maglia e dell’uncinetto. All you can knit

Durante le Olimpiadi di Tokyo 2020, iniziano a girare in rete immagini di un atleta che sferruzza. Chi è? Cosa sta facendo? Lavora a maglia o all’uncinetto? Lui è Tom Daley, pluricampione olimpico di tuffi, e tra una gara e l’altra lavora a maglia. Affermerà poi che il lavoro a maglia è stata la sua “arma segreta” per restare tranquillo e concentrato durante la gara. Il suo divenne un caso mondiale: tutti gli stereotipi legati al lavoro a maglia come pratica da “nonnine” subirono un duro colpo.

Gli effetti di benessere psichico legati al lavoro a maglia e all’uncinetto, con il suo ritmo lento e cadenzato, spingono oggi molte persone, uomini e donne, ad impugnare i ferri. Queste attività artigianali permettono di riscoprire un qui ed ora, un esserci, invece di essere freneticamente proiettati verso un futuro che ci sfugge continuamente; ci permettono di ritrovare un centro, un punto in cui focalizzarsi, il tempo lento della vita. Rispetto ad altre pratiche che si propongono lo stesso scopo, come Mindfullness o Yoga, nel lavoro a maglia e all’uncinetto essenziali sono il rapporto tra mano, occhio e mente, e il risultato fisico di ciò che si è prodotto, che fa da specchio tangibile del nostro operare.

E ora prendi i tuoi ferrisicuramente in casa ne avrai un paio, magari in un cassetto dimenticati – e inizia il tuo primo progetto. Non hai trovato i ferri, ma solo un uncinetto? Inizia a realizzare il tuo primo Granny Square!

 

Simona Taborro (Roma 1978) è insegnante di Filosofia e Scienze Umane presso il Liceo Cicognini-Rodari di Prato. Appassionata di filosofia e arti tessili dai tempi dell’università, ha iniziato a elaborarne il legame sul canale YouTube “Il filo della principiante”.

Vuoto aurorale

“Il vuoto aurorale non indica una mancanza: non è un vuoto da riempire. Non è neppure il risultato di uno svuotamento che azzera tutto. Piuttosto è l’esito di un evento inaspettato: la conseguenza di un inciampo sullo scoglio dell’esistenza che ridimensiona tutte le aspettative, le aspirazioni, i bisogni, gli impegni e i ruoli che ruotano attorno all’inessenziale. Così facendo, permette l’emergere di una nuova forma di orientamento e fa spazio a una dimensione dell’esperienza che altrimenti rimarrebbe inaccessibile. Si tratta pertanto di un vuoto carico di promesse che, anziché oggettivare qualcosa che esiste già, consente la nascita di qualcosa che sta ancora sorgendo.

Invece di soffermarmi a descrivere direttamente tale esperienza, ho preferito farne solo un accenno per poi arrivare a ricostruirla ripercorrendo una via più indiretta, cercando cioè tracce di essa nella tradizione filosofica. Questo mi ha portato a ritornare su alcuni temi da sempre al centro della filosofia, ma per ripensarli nella nuova prospettiva del vuoto aurorale.

Ne è risultato il tentativo di rintracciare le diverse fasi di un possibile esercizio filosofico di trasformazione. Un percorso di crescita personale e di maturazione emotiva che porta alla riscoperta di un nuovo senso di sé non attraverso una lineare ascesa verso l’alto, ma a partire da quei momenti di smarrimento in cui ci si sente mancare la terra sotto i piedi”.

 

Autore

Guido Cusinato è Professore ordinario di Filosofia teoretica all’Università di Verona. Precedentemente ha svolto, per una decina d’anni, attività di ricerca all’Università di München e di Tübingen. Dal 2012 dirige la rivista di filosofia “Thaumàzein” e dal 2013 al 2018 è stato Presidente della “Max-Scheler-Gesellschaft”. Fra le sue pubblicazioni principali ricordiamo: Katharsis (ESI, 1999); Person und Selbstreferenz. Ekstase und Epoché des Ego als Individuationsprinzip bei Schelling und Scheler (Königshausen & Neumann, 2012); Biosemiotica e psicopatologia dell’ordo amoris (FrancoAngeli, 2018); Periagoge. Theory of Singularity and Philosophy as an Exercise of Transformation (Brill, 2023).

Lo Stato ebraico

!Lo stato ebraico” di Theodor Herzl, edito nel 1896 a Vienna, è il manifesto programmatico del movimento sionista. Scritto come risposta all’antisemitismo crescente della seconda metà del secolo scorso, ha rappresentato il “testo sacro” a cui si sono richiamati gli ebrei di tutto il mondo che, rispondendo all’appello di Herzl, hanno cercato di costruire nella terra dei padri una patria per loro e per i propri figli. Prefazione di Gad Lerner.

Il filo e la matassa. Paesaggi storico-geografici

Il filo e la matassa è soprattutto una storia della geografia italiana ed europea per mappe, attraversamenti e connessioni interdisciplinari, per racconti, generazioni e biografie non soltanto di geografi. Insieme alla storia e a un’idea alta di politica, il paesaggio è il filo che permette di sbrogliare la matassa. In questa prospettiva il saggio vuole essere un cannocchiale sui problemi che fondano la geografia di oggi e di ieri. Oggi la geografia è Cenerentola più fra le scienze naturali che fra le scienze umane. Fra queste ultime ha un ruolo che per effetto della cosiddetta “svolta spaziale” è sempre più rilevante. Anche se non sempre riconosciuto, il suo metodo è praticato da storici e archeologi, da economisti e urbanisti, da antropologi e sociologi, in misura non inferiore all’uso che la geografia fa del metodo e delle principali categorie delle medesime scienze umane e in maniera meno diretta delle scienze naturali. Il suo maggiore merito e compito anche per io futuro è di fare del paesaggio e del territorio il crocevia necessario delle scienze umane. In un’epoca in cui la globalizzazione dei mercati e la finanziarizzazione dell’economia sembrano voler relegare le nostre esistenze ed esperienze in spazi non solo eterodiretti ma anche astratti e virtuali, c’è bisogno di un sapere concreto e legato alla terra. C’è bisogno di geografia. I geografi non possono perdere anche questa occasione e ricongiungersi idealmente con quanto Diderot ebbe a scrivere nell’articolo Uomo dell’Encyclopédie: “Non vi sono vere ricchezze oltre l’uomo e la terra. L’uomo non vale niente senza la terra, e la terra non vale niente senza l’uomo”. Non per caso Elisée Reclus ha intitolato L’uomo e la Terra il monumento finale della sua opera di geografo e che solo oggi riconosciamo come un classico. Ripercorre la vicenda della geografia italiana ed europea negli ultimi due secoli nasce dalla consapevolezza che se oggi riusciamo a guardare lontano, nel futuro, è perché siamo seduti sulle spalle larghe dei giganti del passato e ci muoviamo ancora nel mondo con le loro gambe.

 

Nota biografica

Massimo Quaini (1941-2017), professore ordinario prima a Bari, poi a Genova, è uno dei massimi geografi italiani. Ha partecipato intensamente alla stagione, aperta da Lucio Gambi, del rinnovamento della geografia italiana. I suoi studi hanno riguardato l’intero ventaglio disciplinare, dalla riflessione teorica alla valenze applicative. Giovanissimo, si è dedicato alle implicazioni geografiche del marxismo, filone sfociato nella pubblicazione di Marxismo e geografia (1974), poi tradotto in diverse lingue. Fondamentale il suo contributo alla storia della geografia, alla storia del viaggio, alla storia della cartografia. Ha fatto della sua Liguria il proprio cantiere di ricerca privilegiato, mettendo in connessione fonti d’archivio e fonti di terreno, saperi dotti e saperi vernacolari. In tale prospettiva ha diretto, con la collaborazione di Diego Moreno e altri colleghi, il Dottorato di ricerca in Geografia storica per la valorizzazione del patrimonio storico ambientale. Si è inoltre cimentato nella pianificazione territoriale, iscrivendo il proprio lavoro nell’orizzonte concettuale della Società dei Territorialisti.

La filosofia di Neon Genesis Evangelion

Primariamente dobbiamo aver chiaro quale sia la missione, lo scopo di questo viaggio: ci proponiamo di abitare le domande di senso, rispetto alla nostra esistenza, poste da Hideaki Anno per mezzo della vita di Shinji e compagni. In particolare, ci chiederemo cosa significa esistere come individui; analizzeremo la nostra esistenza attraverso gli occhi degli altri; cercheremo di esplorare il mondo come qualcosa che dipende strettamente dalla nostra narrazione; concluderemo cercando la soluzione al celeberrimo dilemma del porcospino di Schopenhauer che, di fatto, guida buona parte della serie. Ogni riferimento interno all’opera è mirato all’esistenza umana: a partire dagli Angeli, passando per il Magi System arrivando fino agli stessi Eva, ogni elemento non umano è in realtà uno specchio in cui Shinji, Rei, Asuka e tutti gli altri personaggi riflettono loro stessi e il loro modo di esistere.

Dialogheremo con Evangelion per fare insieme filosofia. Questo significa che ci porremo delle domande, interrogheremo i protagonisti e, insieme a loro, proveremo a delineare ambiti di indagini rilevanti per la nostra esistenza. In sintesi, la speranza è che questo testo ti accompagni nella vita di ogni giorno, prima che ad un esame di filosofia Indossiamo dunque le nostre plugsuit, immergiamoci nel LCL dell’entry plug e uniamoci alle altre unità Eva per affrontare questo arduo compito.

 

 

Fausto Lammoglia (Savona 1988) è professore liceale di filosofia. Nerd comprovato, si interessa di filosofia della tecnologia, della politica, dell’educazione. Per i tipi del melangolo ha pubblicato: Filosofia di L’attacco dei giganti, 2023.